Se solo bastasse invocarti,
affichè le tue acque mi accogliessero,
per mai più restituirmi,
allora urlerei forte il tuo nome...
...ma tu non lo fai...
Non so se perchè mi vuoi bene,
o perchè forse anche tu,
in fondo,
come tanti,
non mi capisci...
Ti prego, ti imploro,
ascoltami,
basta solo una volta...
...e per sempre non sentirai mai più parlare di me!
(Gigi Berrota)
«Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo persi nell'infinito, per fortuna qualcuno o qualcosa è venuto a cercarci!»............nikenls
mercoledì 28 marzo 2007
giovedì 15 marzo 2007
Il π day...
Ieri in America e in tutti paesi che seguono le sue usanze festive (lasciamo perdere il fatto che per la maggior parte si parla di vero e proprio consumismo puro) era il π Day...per i profani della matematica (o meglio della geometria) il π è una lettera dell'alfabeto appunto greco che indica una cifra fissa (costante) e nella geometria piana il π viene definito come il rappoarto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio , o anche come l' area di un cerchio di raggio. Ovvero se moltiplichiamo il π per il raggio di un cerchio(qualsiasi esso sia) permette di ricavate la lunghezza della circonferenza del cerchio stesso. Ma allora cosa c'entra tutto questo con noi?
Non mancano richiami frequenti in matematica all'incertezza, all'infinito all'incalcolabile...seppur questa sia una scienza che per la maggior parte tenta di definire e regolare. Il π è uno di questi tentativi non riusciti. In generale quando si studia sin dalle elementari si dice che il π sia una costante matematica che vale 3,14 (da qui la festa del pi greco che si festeggia il 14-3 o meglio come si è solito scrivere le date nei paesi anglosassoni il 3-14) ma lo sapevate che questa cifra è approssimata: e perché?Perchè il π è un numero infinito!
A causa della sua natura trascendente, non ci sono semplici espressioni finite che rappresentano π. Di conseguenza i calcoli numerici devono usare approssimazioni del numero. In molti casi, 3,14 , ma molti ingegneri spesso usano 3,1416 (cinque cifre significative) o 3,14159 (6 cifre significative). Finora si è riusciti a calcolare circa mille cifre dopo la virgola; eccone ben 64:
Insomma...anche la matematica ogni tanto ha bisogno di farsi aiutare da qualcosa di infinito: che bella soddisfazione!
P.S.
Permettetemi un saluto speciale: ciao Vincenzo!
Non mancano richiami frequenti in matematica all'incertezza, all'infinito all'incalcolabile...seppur questa sia una scienza che per la maggior parte tenta di definire e regolare. Il π è uno di questi tentativi non riusciti. In generale quando si studia sin dalle elementari si dice che il π sia una costante matematica che vale 3,14 (da qui la festa del pi greco che si festeggia il 14-3 o meglio come si è solito scrivere le date nei paesi anglosassoni il 3-14) ma lo sapevate che questa cifra è approssimata: e perché?Perchè il π è un numero infinito!
A causa della sua natura trascendente, non ci sono semplici espressioni finite che rappresentano π. Di conseguenza i calcoli numerici devono usare approssimazioni del numero. In molti casi, 3,14 , ma molti ingegneri spesso usano 3,1416 (cinque cifre significative) o 3,14159 (6 cifre significative). Finora si è riusciti a calcolare circa mille cifre dopo la virgola; eccone ben 64:
3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 592
Insomma...anche la matematica ogni tanto ha bisogno di farsi aiutare da qualcosa di infinito: che bella soddisfazione!
P.S.
Permettetemi un saluto speciale: ciao Vincenzo!
martedì 13 marzo 2007
Un mese...
No non vi ho trascurato...sto riordinando le idee e scriverò presto!!!
E' gia passato un mese dall'inizio di questa esperienza...per me è passato in fretta...spero anche per voi...mi raccomando continuate a leggere...vi aspetto!
E' gia passato un mese dall'inizio di questa esperienza...per me è passato in fretta...spero anche per voi...mi raccomando continuate a leggere...vi aspetto!
giovedì 1 marzo 2007
E già qualche anno fa...
nota: CURIOSANDO QUA E LA' HO TROVATO QUESTO MIO SCRITTO DI QUALCHE ANNO FA (CREDO RISALGA AL 2001)...SONO RIMASTA SBALORDITA DI QUANTO SENZA RENDERMNI CONTO PIU' DI TANTO CREDESSI GIA' IN CERTE COSE...
Il Viandante sul mare di nebbia...
Un’opera d’arte. semplici colori resi dalla mano di un uomo capolavoro. rendere la materia, con la sua finitezza, trait d’union tra l’uomo e l’infinito. e’ forse questa una contraddizione? sarebbe forse pretendere l’impossibile? forse si.
Il mio primo impatto con quest’opera e’ stato quasi inspiegabile. il mio giudizio: quest’opera e’ una serie di contraddizioni!il finito che rappresenta l’infinito, il corpo di un uomo che rappresenta la sua anima. ma perché si e’ rappresentato ciò?cosa si voleva comunicare?
Un uomo o meglio un’anima e’ posta su una roccia in alto e guarda verso il basso. E’ dunque posta su un’altura. Forse tutte le anime per loro natura tendono verso l’alto così come le anime beate di dantesca memoria tendono verso dio? e da questa posizione cosa guarda? guarda un mondo infinito ricoperto da un sottile strato di nebbia che lascia intravedere qua e là piccoli scorci di un mondo nascosto.
Quest’anima non può cogliere interamente ciò che con la sua presenza sovrasta perché e’ stata racchiusa per tanto tempo dentro un corpo,dentro la finitezza che ha ostruito le sue capacità e l’ ha resa quasi del tutto limitata. E allora cosa scruta se non e’ in grado di cogliere il pieno significato?forse la sua figura ostruisce a noi di vedere proprio quella parte concessa , quella parte che per una strano e inspiegabile motivo può conoscere.
Solo il suo passato, forse rappresentato da quella parte che solo noi lettori possiamo vedere, e’ stato abbandonato o forse sta a indicare quello che e’ stato conosciuto e che ormai e’ diventato patrimonio chiaro della natura umana . E poi questa natura così presente diciamo protagonista ormai lontana dalla concezione dell’uomo come solo e unico protagonista di un’opera; in questo caso la natura rappresenta la grandezza del mondo metafisico; i contorni non delineati , la fugacità di questo mondo; la vastità, l’immensità incalcolabile dell’inconoscibile ! e questa figura di spalle oltre all’anima di un uomo indica il genere umano che per dio per il mondo metafisico non fa distinzione ne’ di razza, religione, età, etc…nessuno lo conosce e lo potrà mai perché e’ una caratteristica della nostra natura. E' luogo comune credere che solo chi e’ artista può capire il messaggio di un suo simile ma per contraddire ciò basti pensare che è riuscita a fare scaturire in me tanti pensieri che a volte non ho scritto in questo foglio perché troppo intimi.
Tutti siamo in grado in maniera diversa di recepire il messaggio di un’immagine , di gioire per un colore che ci ricorda una situazione. quest’arte definita non parlante io la prediligo forse solo per un particolare che non la sminuisce affatto: perché sta zitta e a volte il silenzio trasmette messaggi più nitidi che noi uomini con la nostra voce o scrittura potremmo alterare. l’immagine e l’uomo comunicano quasi come telepaticamente e questo e’ al dir poco fantastico .potrei dilungarmi all’infinito (anche se potrebbe sembrare strano!) e allora concludo qua con un a semplice parola rivolta a Friedrich grazie!
Il Viandante sul mare di nebbia...
Un’opera d’arte. semplici colori resi dalla mano di un uomo capolavoro. rendere la materia, con la sua finitezza, trait d’union tra l’uomo e l’infinito. e’ forse questa una contraddizione? sarebbe forse pretendere l’impossibile? forse si.
Il mio primo impatto con quest’opera e’ stato quasi inspiegabile. il mio giudizio: quest’opera e’ una serie di contraddizioni!il finito che rappresenta l’infinito, il corpo di un uomo che rappresenta la sua anima. ma perché si e’ rappresentato ciò?cosa si voleva comunicare?
Un uomo o meglio un’anima e’ posta su una roccia in alto e guarda verso il basso. E’ dunque posta su un’altura. Forse tutte le anime per loro natura tendono verso l’alto così come le anime beate di dantesca memoria tendono verso dio? e da questa posizione cosa guarda? guarda un mondo infinito ricoperto da un sottile strato di nebbia che lascia intravedere qua e là piccoli scorci di un mondo nascosto.
Quest’anima non può cogliere interamente ciò che con la sua presenza sovrasta perché e’ stata racchiusa per tanto tempo dentro un corpo,dentro la finitezza che ha ostruito le sue capacità e l’ ha resa quasi del tutto limitata. E allora cosa scruta se non e’ in grado di cogliere il pieno significato?forse la sua figura ostruisce a noi di vedere proprio quella parte concessa , quella parte che per una strano e inspiegabile motivo può conoscere.
Solo il suo passato, forse rappresentato da quella parte che solo noi lettori possiamo vedere, e’ stato abbandonato o forse sta a indicare quello che e’ stato conosciuto e che ormai e’ diventato patrimonio chiaro della natura umana . E poi questa natura così presente diciamo protagonista ormai lontana dalla concezione dell’uomo come solo e unico protagonista di un’opera; in questo caso la natura rappresenta la grandezza del mondo metafisico; i contorni non delineati , la fugacità di questo mondo; la vastità, l’immensità incalcolabile dell’inconoscibile ! e questa figura di spalle oltre all’anima di un uomo indica il genere umano che per dio per il mondo metafisico non fa distinzione ne’ di razza, religione, età, etc…nessuno lo conosce e lo potrà mai perché e’ una caratteristica della nostra natura. E' luogo comune credere che solo chi e’ artista può capire il messaggio di un suo simile ma per contraddire ciò basti pensare che è riuscita a fare scaturire in me tanti pensieri che a volte non ho scritto in questo foglio perché troppo intimi.
Tutti siamo in grado in maniera diversa di recepire il messaggio di un’immagine , di gioire per un colore che ci ricorda una situazione. quest’arte definita non parlante io la prediligo forse solo per un particolare che non la sminuisce affatto: perché sta zitta e a volte il silenzio trasmette messaggi più nitidi che noi uomini con la nostra voce o scrittura potremmo alterare. l’immagine e l’uomo comunicano quasi come telepaticamente e questo e’ al dir poco fantastico .potrei dilungarmi all’infinito (anche se potrebbe sembrare strano!) e allora concludo qua con un a semplice parola rivolta a Friedrich grazie!
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